Su quasi tutti i quotidiani è apparsa la notizia dell’esito dell’autopsia del povero Piermario Morosini, il 25enne centrocampista del Livorno deceduto durante l’incontro di Serie B contro il Pescara il 14 aprile scorso, redatta dal professor Cristian D’Ovidio dell’Ospedale di Pescara con una documentazione dettagliata lunga 250 pagine.
Il calciatore è morto per una cardiomiopatia aritmogena che spesso esita in arresto cardiaco.
La malattia è spesso presente in altri casi di morte improvvisa come nel caso del giocatore Puerta, difensore del Siviglia, deceduto nell’agosto 2007.
Grande clamore è stato sollevato per il mancato uso del defibrillatore presente sul campo oltre alla successione delle sfortunate coincidenze verificatesi: dall’ambulanza chiusa a chiave che non riesce a passare per la presenza della macchina dei vigili urbani chiusa a chiave che ostruisce l’ingresso in campo, alla barella della Croce Rossa che non entra nell’ambulanza.
Tornando alla patologia genetica si tratta di una cardiopatia aritmogena di solito a carico del ventricolo destro.
Ecocardiogramma – Risonanza ed oggi mappaggio CARTO sono gli esami diagnostici che definiscono la diagnosi.
Tuttavia anche un semplice elettrocardiogramma può rappresentare un utile strumento per individuare un sospetto diagnostico caratterizzato da extrasistole tipo blocco di branca sinistro (generate nel ventricolo destro) e onde T negative nelle derivazioni precordiali destre.
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